E' un'ipotesi seducente e carica di promesse quella che vorrebbe far risalire le origini del nome di Genova alla parola "Janua", porta. Una porta affacciata sula mre e protesa verso la conquista dei traguardi pił lontani, sulle rotte dei lidi pił ambiti, dei mercanti d'Oriente pił fiorenti, una porta che racchiude all'interno tesori e ricchezze che raccontano d'arte e di storia, di societą e cultura, di movomento di pensiero e scambi di idee, tra uomini importanti
e non, artefici tutti comunque del destino della cittą. Genovesi, dunque, per mare e per terra, al di lą e al di qua della porta, razza dalle milenarie tradizioni che quel che non possiede non ostenta, che se riceve non accetta senza ricambiare. Un carattere riservato che si coglie nella singolare vocazione turistica tesa a conservare e valorizzare il petrimonio artistico-culturale senza mai esporlo a vaghe lusinghe commerciali perchč alla portata di tutti: sulle facciate dei palazzi, nei vicoli nascostia alla luce, nei quartieri dove il passare del tempo non riesce a scalfire quel che l'uomo ha lasiato di sč. Per rivivere un'avventura unica nel suo genere, basta attraversare la porta ed entrare nella "Superba, che tale č nella maestositą d'immagine" (F. Petrarca).
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